sabato 14 aprile 2012

Un normale venerdì 13

Cara Stordita
spero che la tua falange-falangetta si sia rimessa...
premesso che in questo periodo non distinguo un venerdì 13 da, diciamo, un martedì 15, perchè ogni giorno mi sembra una corsa a a ostacoli (saranno gli ormoni da menopausa? sarà l'invecchiamento? sarà...), il mio venerdì 13 è andato come passo a descriverti.

Mattinata che avrebbe dovuto essere di lavoro. Avrebbe perchè le continue interruzioni di venditori telefonici (nell'ordine: Vodafone, venditori di vacanze, venditori di surgelati, venditori di biglietti teatrali per beneficenza) hanno sortito l'effetto di far aumentare lo stress  a vertici stellari. Comunque, dopo una conferenza preannunciata come importante e rivelatasi una "sola" (nel senso che potevo starmene a casa e fare un bel copia-incolla del comunicato stampa, giacché tutti hanno letto quello che c'era scritto sui comunicati), mi sono beccata in sequenza:

pippone di figlia postadolescente  incazzata per motivi suoi ma, si sa, devi sempre ascoltare sennò sei una madre degenere;
corsa in auto sotto diluvio per recuperare gazebo in prestito, dal peso spropositato, da utilizzare per coprire un tavolo informativo da allestire nell'ambito di un mercatino in piazza che doveva tenersi oggi;
sosta in tipografia per controllare che il materiale da distribuire nel suddetto banchetto informativo fosse stato stampato (per fortuna lo era);
sistemazione e organizzazione dei turni di presenza al banchetto informativo per oggi;
telefonata di amico che mi chiede di scrivere in tempo reale una lettera da mandare a un tot di persone "tanto tu sei brava a scrivere, no?";
Immediata redazione della lettera per togliersi il fastidio;
Inizio preparazione cena: il venerdì come sai il frigo sembra la fiera dlla desolazione e quindi ho dovuto pure ingegnarmi con dei residuati.

Ora: dovresti chiederti perché sono qua a scriverti invece che a fare la post-suffragetta in piazza...
Perché ieri alle 18,00 (mentre redigevo la lettera in real time) mi è stato comunicato che la manifestazione prevista PER OGGI era annullata perchè le previsioni del tempo erano brutte. 

A questo punto telefono al gazebista, lo imploro di aspettarmi per la restituzione immediata del gazebo, mi catapulto sulla vettura, riattraverso la città in piena ora di punta sempre sotto pioggia battente, riconsegno il gazebo. Durante il tragitto A/R casa-gazebista effettuo una serie di telefonate per avvisare del non-evento e ogni persona mi racconta almeno un lustro della sua vita. Diciamo che avevo il tempo di ascoltare, date le chilometriche code ai semafori, epperò friggevo al pensiero della lunga lista di telefonate da fare (e altri racconti da ascoltare) che mi aspettava.

Dunque niente di grave: né infortuni, né disastri, quindi lo definirei perfettamente in linea con le altre tragicomiche giornate.

Per quanto riguarda il capitolo "I Trequarti e il dominio del telecomando", rimando ad altro post, perchè richiede una serie di approfondimenti psico-socio-antropologici che di sabato non voglio propinarti.

Tua Affranta
P.S. L'idea della musica in effetti l'avevo avuta anche io, ma non l'ho ancora testata sul campo. Ora mi ci applico.

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