venerdì 13 aprile 2012

Crederci o non crederci



 

Ehilà, mia carissima Affranta!

Innanzi tutto ti prego di notare l’incipit allegro e pimpante: come vedi, sto cercando in tutto e per tutto di mettere in pratica il tuo prezioso consiglio e quindi di oscillare il più possibile verso lo stato d’animo sereno-incosciente (che tra l’altro piace di più anche a me).


Ma mannaggia, doveva proprio esistere un dannato VENERDI’ 13???


Io non ci pensavo proprio; me lo ha ricordato stamattina la mia trasmissione radiofonica preferita, Il ruggito del coniglio di RAI Radio 2 (proporrei il nobel per la pace a Marco Presta e Antonello Dose: ascoltarli e ritrovare il buonumore, cioè il giusto senso delle cose e della vita – e quindi la pace - con loro è assicurato!): “Fate attenzione, preparatevi a brutte sorprese…”. Lo aveva ribadito lo speaker della radio sconosciuta che al supermercato ha allietato la mia frenetica e consueta spesa del venerdì per mia madre 88enne: “Eh, oggi è venerdì 13, ma per noi italiani il numero portasfortuna, si sa, è il 17, quindi potete stare un po’ più tranquilli, almeno fino a martedì prossimo…”. Ma io non ci ho voluto badare: ormai ho superato i 50 anni, razionalità ci vuole, razionalità, che sono ‘ste vecchie dicerie! Sì, vabbè, potrei anche andare a sbattere con la macchina mentre porto la spesa a destinazione dall’anziana genitrice, ma… e il famoso vaso che ti può cadere sulla testa in ogni momento quando ti trovi a camminare per la strada, dove lo mettiamo?

Così, dopo essermi auto-rassicurata, una volta uscita dal supermercato, con la vettura stracarica di buste e borsoni sono felicemente arrivata alla casa materna, senza manco trovare il solito imbottigliamento nel solito punto del tragitto (toh, ed è venerdì 13!) e  soprattutto senza neanche andare a sbattere! Arrivata, prendo le 5-6 sporte stracolme  (perché la spesa pesa così tanto!), le appoggio sbuffando sul pavimento dell’ascensore, e premo il tasto del 4° piano invece del 3° (acc.! Adesso col su-giù l’ascensore si blocca con me dentro, e io soffro leggermente di claustrofobia…), ma non succede nulla (Eh, razionalità ci vuole!!!). Trionfante di senso pratico, mi incollo (più o meno letteralmente) le numerose sporte, ed è lì che l’anta sinistra della porta dell’ascensore si richiude accostandosi all’anta destra con in mezzo la falangetta del MIO dito medio della MIA mano sinistra!!!!!!!!! Dolore, DOLORE, per causa stupida, che fa ancora più male (quando ti senti cretina, insomma, per esserti fatta male da sola…)!!!!!!! Suono il campanello (a dire il vero SCAMPANELLO A DISTESA), perché non ce la faccio a prendere le chiavi, e mia madre, ovviamente sempre 88enne, ci mette più del solito a venirmi ad aprire… intanto il dolore aumenta… comincio a battere i piedi e a tirare moccoli mentalmente (non vorrei che qualcuno mi sentisse)… poi finalmente la genitrice spalanca la porta con un sorriso, un “Ciao!”, e comincia a trascinare una sportona dal pianerottolo all’interno, come fa di solito, ostruendomi il passaggio… che faccio? La travolgo? Poi finalmente si sposta e io posso avere libero accesso al rubinetto della cucina e poi al ghiaccio, o meglio, alla fettina di carne congelata (“Il ghiaccio non c’è!”) che cerco di premermi alla bell’e meglio sull’unghia che intanto comincia a diventare viola…

Be’ roba da poco, come vedi riesco anche a scrivere al computer, ma il dito fa ancora male e pulsa un poco: spero soprattutto che l’unghia resista. Ricordo ancora con terrore quello che successe all’indice destro di mia madre quando mio padre glielo “chiuse” nello sportello della macchina: dito gonfissimo, unghia blu-notte e poi… ciao, ciao, cara unghia!!! Ero bambina, ma la cosa mi scioccò talmente da stentare a credere oggi che si sia trattato di una sola ed unica volta: la mia mente contorta ha invece replicato tante volte l’incidente, come se ad ogni viaggio in auto mio padre (sbadatissimo o decisamente sadico) si fosse divertito a “battezzare” le dita di mia madre!


Il bello poi è stato che quando sono tornata a casa mia e ho raccontato della mia piccola disavventura al marito e alle figlie, insinuando ironicamente qualche dubbio sulla certezza della razionalità rispetto alla potenza della sfiga, il commento del mio razionalissimo “Trequarti” è stato il seguente: “Ma quale venerdì 13! Con te è sempre venerdì 13! Tu ti fai male in questo modo (sottotesto: = stupido) tutti i giorni!!!!!!”. Che je dovevo di’??? Il dramma è che ha pure ragione! A parte le volte in cui abitualmente mi mordo a sangue la lingua mentre mangio (troppa avidità?), mi capitano di frequente anche piccoli incidenti domestici, come sabato scorso, quando mi sono affettata l’indice, sempre della mano sinistra (che ci sia un significato recondito?), mentre tagliavo la carota per il risotto “primaverile” (asparagi e pisellini: bbbooono!!!).

Boh, chissà cosa succederà MARTEDI’ 17…


Basta, cambiamo decisamente argomento.


Accidenti, che vita notturna frenetica pratica la popolazione femminile in età “menopausale”!!! E che fantasia! da vere disperate quali siamo!


Devo precisare però che per me uno dei tuoi preziosi consigli si è già rivelato fallimentare, purtroppo. Infatti, all’incirca un anno fa, quando il piacevole fenomeno che ci accomuna è iniziato e davo da “stordita” la colpa del caldo-caldo al piumone (e il mio “Trequarti” per altro mi diceva che lui no, non aveva caldo di notte, ma io non gli davo affidamento, perché è notorio quanto sia freddoloso), ho provato zitta zitta a traslocare sul divano per guardare la TV, ma ho ottenuto soltanto delle lunghissime veglie notturne a guardare film su film, anche i più cretini, fino all’alba (giuro!), col risultato di trasformarmi in un orrido zombi per tutta la giornata seguente, alternando sbadigli tipo raglio a ringhi di nervosismo puro. E tutto sai perché? Ma per il sacrosanto e unico piacere di potermi finalmente godere lo schermo DA SOLA, in santa pace, senza dovermi sorbire cartoni giapponesi e serial-telenovelas a dir poco demenziali  selezionati dalle figlie adolescenti, o subire le caustiche critiche a gogò del “Trequarti”, il quale, visto che TV e computer fisso sono tutt’e due nel soggiorno, mi dice sempre “Guarda quello che vuoi, che tanto a me, lo sai, non interessa mai la TV, e poi ho da fare qui al computer!”, e dopo, non so com’è, non perde MAI una battuta di quello che guardo, e critica, ad alta voce e di continuo! Quindi, per riguardo alla mia salute fisica e mentale, ho dovuto escludere gli appuntamenti notturni con la TV dal divano come terapia anti-insonnia (ma ogni tanto, qualche bel filmetto me lo sparo lo stesso!).


Invece posso aggiungere un altro rimedio alla tua lista.

Sul mio iPOD ho creato una cartella relax dove ho scaricato musica dal ritmo lento e rilassante, soprattutto classica e new age, dal Canone in D maggiore di Johann Pachelbel, a quasi tutto il repertorio di Enia (ce n’è una col rumore delle onde), da Rumer (slow) a Norah Jones. Quando mi sveglio e mi sento particolarmente “vispa”, cioè sull'agitato-spinto, mi infilo gli auricolari dell’iPOD nelle orecchie e seleziono relax. Ovviamente non sono ancora riuscita a prendere sonno in questo modo, ma almeno mi rilasso un po’ e risparmio gli occhietti miopi, sempre troppo provati dalle prolungatissime letture diurne e soprattutto notturne. Ah, attenzione però a non cadere nella tentazione di ascoltare altri generi come rock o heavy metal, perché allora sarebbe garantito il passaggio dall'agitato-spinto all'agitatissimo-con-super-brio! e attenzione a non inserire nella cartella relax canzoni sbagliate: a me è successo, e il passaggio traumatico dalle nenie di Enia al ritmo concitato di Ligabue ha rovinato in un attimo quel senso di galleggiamento benefico che ero riuscita faticosamente a costruirmi... 


In ogni caso, visto che siamo così in tante a star sveglie in menopausa, non potremmo sentirci per telefono, che ne so, organizzare delle riunioni telefoniche notturne… ok, basta così, sto delirando… 


Ma caspita, che ore sono?

 Urge andare a preparare la cena: coniglio alla cacciatora, se faccio in tempo, altrimenti un bel digiuno salutare! Scherzo, mica voglio che mi prendano a morsi per la fame!!! Scappo!


A presto. Ah, fammi sapere del tuo venerdì 13! ciao!

                                                                                                                   Tua Stordita

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