domenica 4 novembre 2012

Corsi e ricorsi...


 
Ciao, carissima Affryyyyyyyy !

In attesa di tue puntuali osservazioni alle mie considerazioni del post precedente, mi voglio confrontare con te su una questione in merito alla quale ho avuto modo di cogitare in questi ultimi giorni… no, non ti preoccupare, non si tratta di Halloween e delle trite e ritrite storie che questa pseudo-festa comporta (“Ma che ci azzecchiamo noi italiani con Halloween?”; “Ma è solo una questione commerciale, per far spendere soldi alle mamme e ai ragazzini!”, “Ecco, un’altra americanata di cui non c’era proprio bisogno!”), anche se qualcosa di minimo per le figlie e due amichette ho dovuto fare (cena e, dopo cena, solito accampamento scout nel soggiorno, lasciato a loro disposizione per giochi notturni vari… ma all’una erano già tutte crollate dal sonno, per fortuna!).

No, riflettevo in questi ultimi tempi che con i figli, finché sono piccoli il tempo passa velocemente, ma non hai (scusa il gioco di parole) il tempo per accorgertene; poi, quando diventano adolescenti ed i ritmi famigliari diventano più umani, ecco che capitano delle cose che ti fanno prendere coscienza che il tempo è passato, eccome se è passato!!! E che, prendendo come esempio Le tre età della donna di Gustav Klimt, stai tendendo sempre di più ormai verso l’oscura figura-età sulla sinistra del dipinto… per intenderci meglio, vedi un po’ qui sotto:

 
 fonte: il web

 

 
Ma vado a spiegare.

L’anno scorso la figlia Grande (allora quattordicenne), al primo anno di liceo, ha cominciato a studiare il latino; per fortuna, nel mare magno delle spese per i libri scolastici, ho potuto risparmiare quella per il vocabolario di latino, perché le ho potuto passare il mio, ancora in ottime condizioni. “Bene! E dove sta il problema?”, ti starai giustamente chiedendo. Il problema è che ho improvvisamente ricordato l’effetto che a suo tempo mi fece studiare l’inglese con il vecchio dizionario degli anni del liceo di mio padre. Quel dizionario dalla copertina bordeaux che ancora possiedo e conservo come una reliquia, si era fatto la guerra e il dopoguerra, un tempo lontano anni luce dagli anni Settanta di me Stordita studentessa liceale! Mi parlava di un tempo immemorabile, mitico, confermato dalle annotazioni in inchiostro nero per stilografica (nota bene: STILOGRAFICA, non BIRO!!!) scritte da mio padre con una calligrafia ancora un po’ infantile, lontana da quella dai caratteri minuti, precisissimi e leggibilissimi che diventò in seguito. Insomma, quel tempo mitico adesso per mia figlia corrispondeva a quello del MIO vocabolario, capisci????? Cioè, ora per mia figlia, io stavo a mio padre come il mio vocabolario stava al vocabolario di mio padre… come dire: mia figlia mi aveva “raggiunto” in una tappa della vita che io ricordavo (non quella delle pappe e dei pannolini, e nemmeno quella della scuola primaria) e che consideravo “da adulta”, così come io avevo raggiunto una tappa della vita di mio padre: l’inizio della vecchiaia!!!

Capìto il mio dramma???

Dramma che ha avuto un seguito ieri.

Ieri la mia figlia Piccola (dodicenne), nota canterina e amante delle mode (apro una parentesi un po’ lunga: ma da chi accidenti avrà preso in questo è un mistero… da me proprio no: io vesto sempre “casual”, nel senso che pesco “a caso” dal mio armadio vari residuati bellici e non. Dal Trequarti escluderei, dal momento che per lui l’importante è coprirsi più che vestirsi), stava vedendo e sentendo video clip vari di cantanti “femmine” anglofone; io, per tenermi informata delle mode, chiedevo ogni tanto: “E questa chi è?”. E lei: “Ma è Katy Perry, mamma!”, naturalmente esclamato col tono di chi risponde a una cosa ovvia come il sole. E io: “Ahhh, è vero, hai ragione”. E dopo un po’, sempre io: “E questa, è sempre Katy Perry, no???”. E lei: “Ma cosa dici, questa è Taylor Swift, mamma, non lo senti???”, con un tono tra il sorpreso e lo schifato. E io, imperterrita: “Ma non ti sembrano tutte uguali queste canzoni? E le cantanti poi, non ti sembra che abbiano tutte lo stesso tono di voce?”. E lei, appoggiata subito dalla sorella: “Ma cosa dici!?!?!? Non senti che sono diversissime!?!?!?”, con un tono sempre meno meravigliato e sempre più schifato. E io, per salvare la faccia: “Mah, a me sembrano tutte identiche, ma lo sapete bene che sono sordastra… forse è per questo che le canzoni e le cantanti mi sembrano tutte uguali, ehhh…!!!”.

Capìto???

Ormai sono in ritardo con i tempi in fatto di mode musicali (e questo è solo l’inizio, lo so già). E la cosa peggiore è che ho reagito proprio come reagiva mia madre quando ascoltavo Lucio Battisti o la musica rock: “Ma è musica, questa? Per me è soltanto rumore!… e quello lì, con tutti quei capelli, non mi dirai che sa cantare e che ha una bella voce!!!”. Al che io rispondevo: “Ma cosa dici, mamma!!!”, proprio come le mie figlie adesso con me…

CONCLUSIONE:

Mannaggia, il tempo passa e noi Spampanate over 50 ripercorriamo inesorabilmente le stesse tappe che i nostri genitori hanno percorso con noi…

Io me ne sto accorgendo adesso. Mi sa però che tu, cara collega Spampa nonché coetanea, te ne sarai già accorta da qualche tempo, visto che i tuoi pargoli sono più cresciutelli delle mie due creaturine, sbaglio forse?

Fammi sapere.

Ciaoooooo!!!

Tua Stordy

P.S. E’ decisamente scoppiato l’autunno: freddo, pioggerella fina fina che bagna lo stesso e ti costringe a tenere aperto l’ombrello. Non ti dico lo spasso stamattina (domenica) a piazza Navona, piena di turisti tutti intenti, nonostante la pioggerella, gli ombrelli e gli impermeabili, a fotografare e farsi fotografare, a riprendere e riprendersi, nel solito delirio del souvenir fotografico a tutti i costi! Ma guardare, osservare e capire (magari!) per cercare di ricordare meglio, noooooo??? Orrore!!!
Roma, Piazza Navona, G.L. Bernini, Fontana dei Fiumi (part.)
fonte: il web

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