venerdì 27 luglio 2012

Scusi, Lei...

Cara Stordy!

Sono assai felice per te e per questo recupero di dialogo con il Trequarti che potrebbe perfino portare a una perturbazione su tutta la penisola, se andate ancora a mangiare fuori qualche sera. Sulle Maldive lascerei perdere: è stagione di monsoni, rischi di stare nel bungalow a giocare a briscola. Meglio l'estate romana. O no?

E' altresì evidente che questo blog è la prova della nostra unità di pensiero. Debole, magari, anche se in effetti guardandomi intorno mi sembra assai meno debole di altri.

Intanto scusami se ti ho abbandonata dal lontano 12 luglio, pomeriggio di stiro selvaggio, ma leggendo il post Stirare fa rima con...? sono stata colta da sensi di colpa fortissimi, in quanto non tocco ferro da stiro da qualche mese, la biancheria da stirare ha raggiunto una massa critica prossima al blob in autonoma uscita dal bagno. Mi stavo appena riprendendo, allontanando da me i sensi di colpa (che stirino gli altri, p...a miseria, se proprio vogliono le camicie non plissettate) quando tu mi hai affondata con la storia del "tu" e del "lei".

Eh sì, perchè giusto mi accingevo a raccontarti quanto segue.

Per lavoro ho contatti di persona, per telefono e per email con un giovane ventitreenne (prima o poi, mi disse una volta il mio capo storico, ci sarà qualcuno mooolto più giovane di te che ti dirà cosa fare. Ecco siamo arrivati al prima o poi...). Comunque il giovane è a modo ed educato, del genere: saluta, conosce alcune formule di cortesia, si lava e comunque mi dà del "tu" anche se potrei essere sua madre o la sua vecchia zia, perché l'ambiente è quello del giornalismo dei poveri (blogger e simili) dove ci si da del tu perché tutti nella stessa drammatica barca. Comunque: una sera arriva a casa il mio figliuolo e dice che ha conosciuto il giovane ammodo. Dopo due giorni incontro il giovane ammodo che mi dice "ah, ho conosciuto Suo figlio". "ah sì - dico io -  è vero, che combinazione, ma puoi continuare a darmi del tu!". E lui: "E' che non ci riesco, adesso che so che è Sua madre...". Ora dimmi tu cosa è peggio per metterti di fronte alla drammatica verità degli anni che passano: quelli che ti lasciano il posto sull'autobus o QUESTO???

Non riesco nemmeno a trovare una immagine degna a commento, e allora mi sono consolata con quanto dichiarato da Josefa Idem (che peraltro non ha ancora toccato i 50...) al New York Times e cioè che con la sua partecipazione alle Olimpiadi vuole sfatare il pensiero comune secondo cui certe cose ad una certa età non si possono fare. Sostiene Josefa che siamo sempre bellissime, e che possiamo raggiungere i nostri obiettivi a qualsiasi età. Escludendo le minigonne per ragioni di buon gusto e i tacchi 12 per ragioni di equilibrio, io ho una lista lunghissima che va dal bungee jumping al giro del mondo in bicicletta,. E d'ora in poi inizierò a pensare che ho ancora molti anni davanti a me per poterle fare. Naturalmente non ne parlerò, nemmeno davanti a un bicchiere di vino, con l'UomochiamatoDivano, di cui conosco già la risposta: ma perché sei sempre così agitata e vuoi sempre andare da qualche parte? Credo che non abbia mai letto Che ci faccio qui di Bruce Chatwin...

Non so se hai notato che sono finalmente riuscita a cambiare aspetto del blog. Sto facendo vari esperimenti e questo mi è piaciuto, con le rondinelle ecc. ecc. Prossimamente ne proverò altri, fammi sapere se hai delle preferenze sui colori.

Tua gasatissima Affranta

martedì 24 luglio 2012

Aiuto, mi danno del lei!!!

Wow, cara Affry!!!

Non ci crederai, ma sono qui a casa completamente D-A  S-O-L-A!!!!!!!!!

Gioia, tripudio, allegria, sollazzo...

Dopo aver organizzato qualche giorno fa una piccola festa di compleanno per la figlia grande,

Fonte: il web


con relativa piccola cena e pernottamento pre-festicciola per altre due graziose fanciulle (per un totale di 4 accampate nel soggiorno), e dopo aver supervisionato prima lo zaino della figlia grande e poi quello della figlia piccola, le due suddette finalmente sono partite per i rispettivi campi scout, e io sono mi sono trovata improvvisamente unica padrona del mio tempo, a godermi questo meritato regalo.

Oddio, c'è sempre il Trequarti, ma con lui non c'è problema, anzi, è bello ritrovarsi in queste occasioni, riscoprire piccole cose, come un bicchiere di vino bianco gustato in santa pace con due patatine, chiacchierando del più e del meno...

Certo, potevamo gedercela meglio partendo per le Maldive (due anni fa siamo riusciti a ritagliarci un'insperata vacanzina in Costa Brava, una di quelle fortune che capitano una sola volta nella vita), ma anche così, va bene lo stesso.

In questo momento poi, non c'è nemmeno lui, e quindi posso dare libero sfogo ai miei pensieri su questo post senza temere interruzioni di sorta (tipo: "Mi fai vedere un secondo la posta? Sai, il portatile è spento e non vale la pena accenderlo, vado così di corsa!", salvo poi stazionare un quarto d'ora in lettura, alla faccia della fretta...).

Ma veniamo al punto.

Oggi sul Corriere della sera ho trovato questo articolo:   http://27esimaora.corriere.it/articolo/signora-a-chi/  , che fa proprio al caso di noi Spampanate.

All'argomento ho già dedicato qualche osservazione nel post sul Concorsone e debbo dire che decisamente tocca qualche mio nervo scoperto.

Eh già, perché così come mi si attaglia perfettamente il motto "Dall'acne alle rughe, senza passaggi intermedi", che mi sono autodedicata, così mi si addice anche l'altro "Dal tu al lei senza preavviso", che mi sono giusto giusto adesso autoispirata.

Ma tu dimmi, una come fa a non farsi venire ansie e complessi, quando fino a ieri tutti le davano del tu, o si rivolgevano a lei tutt'al più con un gentile "Signorina", e invece oggi improvvisamente, senza avvisi di sorta, tutti le danno del lei e la chiamano "Signora"!!! Lo so, è una questione di rispetto, ma ti garantisco che all'inizio la cosa mi ha turbata non poco. Nei negozi dove vado abitualmente certi commessi mi danno del tu e altri del lei che è una bellezza! Ma il top lo raggiunge il parrucchiere mio coetaneo, se non addirittura più vecchio di me, il quale, nonostante le mie insistenze, non riesce proprio a darmi del tu, per cui finisce sempre con l'uscirsene con me con frasi del tipo: "Buongiorno signora. Ti faccio preparare per il taglio? Vuole fare anche i colpi di sole, o preferisci farli la prossima volta? Come vuole lei, perché i tuoi capelli ancora tengono"!!! BELLISSIMO! Un vero record di alternanza tu/lei in un'unica frase!!!

Quando però hanno iniziato a darmi del lei e a chiamarmi "signora", e non per nome, anche le ragazzine coetanee delle mie figlie, lì per lì sono rimasta choccata, poi ho capito che ormai non mi posso più mimetizzare un granché, che sì, sono un tipo giovanile e nessuno mi darebbe dell'ultracinquantenne, ma neanche della trentenne o quarantenne... e così mi sono rassegnata al lei... ma sulle ragazzine mi sono imposta comunque: ho cominciato a dar loro del lei anch'io, e così, pian piano, prima sono rimaste choccate e poi sono passate al tu. Non ce la facevo proprio a passare per una vecchia zia decrepita!!!

Mafalda. Fonte: il web

Comunque, penso che sia anche una questione di abitudine, come dire, generazionale. Se ci pensi bene, quando eravamo ragazzine noi, era normale dare del tu a tutti, era da "matusa" dare del lei, era invece "rivoluzionario", "fico", "fuori-dagli-schemi-borghesi", insomma, "da compagni" darsi e dare del tu. Solo alle vecchie zie a ai nonnetti si dava del lei, ricordi? Evidentemente questo retaggio mi è rimasto dentro, si è sedimentato e mi rende ancora più difficile l'accettazione del "lei".

Che ne pensi di questa mia analisi?

A presto presto

Tua Stordy

P.S. Sentito che dolce freschetto? Ieri sera, io e il Trequarti ci siamo concessi una cena fuori al ristorante e... abbiamo fatto quasi diluviare!!! Eh, se ci diamo da fare un altro po' con la bella vita, mi sa che riusciamo anche a far nevicare...



giovedì 12 luglio 2012

Stirare fa rima con...?

Affry carissima,

ho appena spento il ferro da stiro  (in questa stagione io stiro la mattina presto, quando ne ho la forza, fino alle 8,00 per risparmiare energia ed euro, nonché calore),  e una domanda della serie "I grandi perché della vita" si è affacciata per l'ennesima volta alla mia mente, senza trovare una risposta, come al solito: ma perché diavolo si deve stirare più d'estate (quando fa caldo e mi viene da sudare solo a pronunciarlo, il verbo stirare) che d'inverno (quando fa freddo ed è senz'altro più piacevole sentirsi arrivare addosso lo sbuffo di vapore bollente)? Qualcuno me lo sa spiegare???

fonte: il web


Che poi, tra orari coatti per risparmiare, la stanchezza (la sera per esempio sono già talmente cotta di mio che di accendere anche il ferro non se ne parla proprio!) e il caldo, va a finire che faccio lavatrici su lavatrici senza mai decidermi a stirare, col bel risultato che la biancheria staziona per giorni e giorni nella grande cesta straripante, dando luogo a una costruzione informe e di dubbia staticità che minaccia sempre di crollare, manco fosse un'installazione d'arte contemporanea (oddio, un po' Michelangelo Pistoletto lo ricorda...)!

M. Pistoletto, Venere degli stracci (fonte: il web)

Bah, comunque ferro da stiro oppure no, sono già qui che sudo; e la mia unica attività è stare qui seduta a premere sui tasti del computer!!! Chissà come sarò ridotta a fine giornata. Ieri (come l'altro ieri e l'altro ieri ancora e così via) non ho fatto altro che sudare. Mentre facevo la spesa, ho incontrato una vicina di casa simpatica (una delle pochissime): lei normale, pettinata, in ordine, caruccia; io sudaterrima, spettinata, bagnata... un vero schifo!!!

Sarà colpa di Minosse o delle vampate? Non lo so. E comunque a proposito di questo caldo insopportabile non solo per me e per noi Spampanate, guarda che cos'ho trovato curiosando sul web:




Troppo forte! La Margherita nazionale mi piace sempre di più! E ha proprio ragione: quando avranno finito i nomi dei personaggi "infernali", a quali altri nomi passeranno gli esperti meteo? Già Scipione, poveraccio, l'eroe romano, chiamarlo in causa giusto per via dell'Africa... ma allora perché non battezzare il primo caldo "Annibale" o "Amilcare" o ancora "Asdrubale", visto che quelli erano VERAMENTE africani e soprattutto NEMICI di Roma?

Ma mi rendo conto che sto divagando senza costrutto.

In questi giorni i miei 4 neuroni superstiti si sono ripresi dallo stress da concorsone, ma funzionano comunque a regime ridotto: dopo l'ora di pranzo e fino alle 19,00 circa fanno una specie di pennichella (= riposino, per voi nordici). Mi sa che per il regime completo bisognerà aspettare una diminuzione della temperatura. Di andare al mare o al lago o in piscina a cercare un po' di refrigerio non se ne parla proprio: avevamo cominciato, ma la figlia piccola (quella dodicenne) nei giorni scorsi ha pensato bene di beccarsi un'otite purulenta coi fiocchi e controfiocchi, quindi siamo qui in clausura in attesa di tempi migliori.

E visto che "Sempre allegri bisogna stare" (conoscevo la versione Fo-Jannacci), guardati e soprattutto sèntiti questo video: senz'altro è un po' monotono, ma l'effetto ipnotico si sa che qualche reazione positiva la ottiene, basta crederci...

  



Crediamoci, dunque, nonostante le tasse (capitolo chiuso fino a nuovo ordine, no?), le amiche svedesi (VOGLIO ANCH'IO FARE TUTTO VIA SMS!!! ma sms che funzionino!!!), i politici con i loro privilegi (quelli, guai a chi glieli tocca!!!), il caldo torrido, gli autobus e le metro pieni e puzzolenti, le ceste di roba da stirare, le otiti purulente, i neuroni ridotti e stracchi... e chi più ne ha, più ne metta!!!

RESISTERE, RESISTERE, RESISTERE!!!... non lo ha già detto qualcun altro???

Ciao, al prossimo post.

Tua Stordy

martedì 10 luglio 2012

Sempre allegre bisogna stare...

Stordy!
per tutta la scorsa settimana non ho voluto disturbare la tua concentrazione. Infatti ho iniziato un post, l'ho lasciato lì e oggi non l'ho più trovato. Probabilmente devo averlo cancellato, ma, a proposito di memoria, non mi ricordo più che cosa c'era scritto, né quando l'ho cancellato. Apposto siamo.

 
I fuochi d'artificio non sono per te, ma per dare il benvenuto alla giovanissima Luna (a proposito, illuminatemi, cosa sono gli zighini? Io son di Torino, neh, e non so di cosa trattasi).

Il non aver superato la selezione potrebbe perfino essere un vantaggio, e non solo per il blog che ha guadagnato una vicace descrizione del grande evento. L'esperienza insegna, e tra l'altro a tutte le età.

Io per parte mia, oltre a non volerti deconcentrare sono stata impegnata con vari brainstorming con il commercialista per il pagamento delle tasse (scadenza il 9 luglio) e compilazione forsennata di modelli vari, sempre con il terrore di sbagliare. La mia amica che vive in Svezia fa la dichiarazione dei redditi via SMS e poiché mi sbertuccia continuamente, le rivolgo la parola solo nei periodi (scarsissimi, circa dieci giorni l'anno) in cui non devo trascorrere ore davanti al computer a compilare farraginosi e incomprensibili modelli zeppi di cifre.
 Il tutto condito con terrore puro di sbagliare a leggere (se non l'abbiamo già fatto è ora di affrontare il problema metto-l'occhiale-tolgo-l'occhiale e l'altro dove c...o ho di nuovo dimenticato gli occhiali per leggere?) di copiare erroneamente, che il pc si impalli e altre amenità. Se sbagli, infatti, qualche politico potrebbe non poter cenare a botte di aragosta, e certi figli di altri politici  non potrebbero avere la loro paghetta di 5000 Euro al mese. E si sa che son dispiaceri.

Così per consolarmi mi sono detta che dobbiamo stare allegre. Il perché ce lo dicono quei due geniacci di Gaber & Jannacci (lo spiegano benissimo verso la fine, ma l'inizio è da non perdere)


Vengo alla cessione del posto sull'autobus: confesso che a me è già capitato. La prima volta di solito non si scorda mai, poi ci si fa l'abitudine (non osare fare della ritrita ironia su analogie tra gli autobus e la vita di coppia, per favore!). Nel mio caso avevo di poco superato i 40, ma probabilmente avevo l'aspetto più affranto del solito. Comunque chissenefrega, se posso stare seduta invece di far sballonzolare le mie flaccidità in piedi! Tra l'altro lo stare seduta di solito ti mette al riparo dal contorno di ascelle-ratatouille del periodo estivo. Sono una che guarda all'obiettivo finale, io.

E guardando all'obiettivo finale ti dico che sui concorsoni ho elaborato una mia teoria, rafforzata dalla lettura del tuo racconto: che non siano fatti per assumere persone (tanto avranno già i nomi e i cognomi e il DNA dei prescelti) ma per far girare un po' l'economia e far lavorare un po' di persone. Steward e camminatori, esaminatori e produttori di cartelline beige, biro nere ed etichette, hostess e transennisti. Noi pensiamo sempre male, ma l'intento è nobile, davvero... e tu che ne hai fatto parte non puoi che esserne orgogliosa!

un abbraccio allegro
tua Affranta bollita




lunedì 9 luglio 2012

Quale positiva esperienza!

Evvvvai, anche questa è fatta!
Ebbene sì, cara Affranta, mi sono tolta di torno anche il test preselettivo del concorsone di cui ti avevo parlato nel post precedente. Si è trattato di un’esperienza DAVVERO illuminante!
Intanto, in quanto a organizzazione, ordine ed efficienza, non sembrava di stare a Roma, e nemmeno negli USA: in confronto ai miei passati concorsi (ormai distanti più di 20 anni), mi pareva di essere stata catapultata addirittura in SVIZZERA!!!
Tanto per cominciare, tante belle transenne fuori dal Palazzetto dello Sport per incanalare il flusso dei numerosissimi partecipanti alle preselezioni; dentro aria condizionata (tra Scipione e Caronte, sono arrivata in perfetto orario, ma trafelatissima, sudatissima e sgocciolante come un ghiacciolo sotto il sole, ed erano le 16,30, mica le 14!!!) e bei bagni puliti ed attrezzati che sono stati presi d’assalto da tutti (unico neo: mancavano le DOCCE! Ne avrei fatta volentieri una per riprendermi dal viaggio, dal caldo e dall’ansia, che vuoi o non vuoi, in queste occasioni è sempre presente).
Poi tantissimi steward che ti dicevano educatamente di spegnere i cellulari e che, una volta entrati nell’arena del Palazzetto, ti indirizzavano verso delle postazioni computerizzate, dove gentili addette ti registravano controllando il tuo documento e ti davano poi un’etichetta adesiva con un numero a cinque (o sei?) cifre e un codice a barre: il tuo numero identificativo!!!
Dopodiché altri steward ti dirigevano verso le GRADINATE, sì, perché, seppure a file alternate una occupata e una no, pian piano siamo andati ad occupare quasi tutto il Palazzetto!
Quindi, non essendoci né banchi, né tavoli d'appoggio, ognuno ha preso la propria tavoletta di cartone formato A4 (e qui ho capito di essere rimasta in Italia: quando mai in Svizzera si svolgerebbero dei concorsi su delle umilissime tavolette di cartone riciclato, color beige-naturale?), lasciata dal candidato precedente sul sedile (sì, sì, confermo: ero proprio rimasta in Italia, perché la mia tavoletta era tutta arabescata con ghirigori d’inchiostro nero!!! Nessuna data o firma, però: strano…), e dopo 20 minuti circa, cioè in perfetto orario, giù nell’arena un signore al microfono ha cominciato a spiegarci quello che sarebbe successo, i fogli che ci sarebbero stati consegnati dai “camminatori” (questo è il termine tecnico per il personale addetto alla nostra cura e sorveglianza), fogli dove avremmo dovuto apporre la nostra etichetta adesiva, il tempo che avremmo avuto a disposizione (20 min per 60 domande), le penne a sfera nere da restituire assolutamente a prova finita (come le matite al seggio elettorale), quello che ci era e che non ci era consentito fare (parlare tra di noi, sbirciare su libri o altro: ma dai!!!), ecc. Tutto chiarissimo!!!


Così, quando a tempo debito (ogni candidato in silenzio, con i suoi bravi fogli e con la sua brava penna), è scattato il cronometro, tutti abbiamo chinato la testa sulle nostre tavolette e la gogna avuto inizio. Sì, perché puoi avere tutta l’esperienza che ti pare, prenderla alla leggera come ho fatto io (vada come vada, quando uscirò da qui sarò contenta comunque!, mi ero detta), essere incosciente oppure no, ma sempre di una prova si trattava, e quindi ANSIA, ANSIA, TANTA ANSIA, paura di sbagliare, paura di non fare in tempo, polso accelerato, respiro affannato, neuroni concentratissimi, labbra mordicchiate a sangue...



MORALE: ho finito presto (sono stata dieci minuti col naso per aria ad ammirare la struttura architettonica del Palazzetto), ho preso un voto sufficiente, ma non sono riuscita a  passare la selezione!!!
Come potevo farcela a competere con i giovani freschi dell’esame di maturità di un anno prima (ce n’erano tanti!!!)? Io il mio esame di maturità non me lo ricordo neppure! Come potevano gareggiare i miei pochi neuroni sparsi e debolucci con i loro neuroni vispissimi e numerosissimi?
Basta, si vede che ormai sono troppo anziana per certe cose: lo dimostra il fatto che là dentro, dei giovani colleghi aspiranti a un posto “sicuro”,  nessuno osava darmi del “TU”, nemmeno dietro mia IMPERIOSA-IMPLORANTE richiesta (Ti prego, insisto, dammi del tu, altrimenti mi sento più vecchia di quello che sono! “Oh, ma LEI non è vecchia!!!”, così mi ha detto una giovane collega-mamma, quindi poi manco tanto giovane-giovane).
E poi, una volta avessi superato la preselezione, mica sarebbe finita lì per i miei poveri neuroni affaticati! Io ci ho provato, ma si vede che la memoria di noi over 50 non è la stessa di un under trenta, né di un under venti, no????????
Comunque, sono contenta di aver partecipato e di aver fatto anche questa fondamentale esperienza. Ora mi sento più ricca in spirito e… decisamente più vecchia, hops, più anziana nel fisico…
Un anziano e caloroso saluto (accidenti anche a Minosse!).
Tua Stordita
P.S. E la tua dieta come va? Hai resistito ai richiami delle pastasciutte grondanti sugo?